MERCATO DELLA VITAMINA D RAGGIUNGE IL MILIARDO DI DOLLARI NEL 2017, GLI ESPERTI DEL GIOSEG STILANO UN DOCUMENTO PER GARANTIRNE L’APPROPRIATEZZA

COMUNICATO STAMPA

MERCATO DELLA VITAMINA D RAGGIUNGE IL MILIARDO DI DOLLARI NEL 2017

GLI ESPERTI DEL GIOSEG STILANO UN DOCUMENTO PER GARANTIRNE L’APPROPRIATEZZA

Milano, aprile 2017 – Il ruolo determinante per l’osso della vitamina D è noto da oltre un secolo ma l’interesse della comunità scientifica e dell’opinione pubblica sulla sua importanza è più recente. Solo da una decina di anni infatti si è sviluppata una consapevolezza sui danni da carenza, dato testimoniato dalla progressiva crescita della prescrizione di farmaci a base di questa molecola. Un mercato che quest’anno supererà il miliardo di dollari nel mondo, così come preconizzato dall’AIFA tre anni fa.

La grande diffusione e la facilità di prescrizione ha fatto ‘rizzare le orecchie’ agli esperti che l’hanno trattata come ‘sorvegliata speciale’ nel timore che il suo utilizzo non fosse sempre appropriato e quindi rappresentasse un aumento ingiustificato della spesa farmaceutica pubblica.

Il risultato di questa osservazione è un documento redatto da clinici e ricercatori del GIOSEG (il Gruppo di Studio sull’osteoporosi da glucocorticoidi e sull’endocrinologia dello scheletro), valutato e approvato da tutti i membri che contiene una riflessione sul trattamento dell’ipovitaminosi e la clinica della fragilità scheletrica basata sulle più recenti evidente scientifiche.

Maggiore sensibilità della classe medica e invecchiamento della popolazione hanno fatto il resto ma soprattutto una constatazione epidemiologica: nonostante la nostra latitudine favorevole gli italiani soffrono di ipovitaminosi D anche in giovane età. Trascorriamo poco tempo all’aperto, e l’uso di filtri solari e inquinamento atmosferico rappresentano un ulteriore ostacolo alla produzione di vitamina D a livello cutaneo grazie ai raggi solari. Quello che è possibile assumere con la dieta (con l’assunzione di pochi alimenti a prevalente elevato contenuto di grassi come l’olio di pesce e i pesci molto grassi come lo sgombro) non è sufficiente a compensare il deficit.

I paesi del Mediterraneo sono quindi vittime di quello che è stato chiamato ‘paradosso scandinavo’ in cui paesi meno soleggiati mostrano ratei inferiori di ipovitaminosi grazie a politiche di fortificazione degli alimenti, volute proprio per la consapevolezza di un più scarso irraggiamento solare, che permette la sintesi cutanea del colecalciferolo, uno dei principali precursori di vit. D. Fortificazione che sarebbe opportuna anche nel nostro Paese come forma di prevenzione primaria delle alterazioni scheletriche.

Particolarmente a rischio le donne in post-menopausa e gli uomini anziani: nelle prime il crollo degli ormoni estrogeni determina un bilancio negativo del metabolismo osseo, nei secondi contribuisce il ridotto assorbimento intestinale di calcio.

15Quando correggere l’ipovitaminosi? “In tutti i casi in cui i valori ematici di 25OHvitaminaD sia inferiore a 30 ng/ml, nella popolazione anziana, nei soggetti con patologie epatiche purchè in dosaggi sufficienti: dosi giornaliere di colecalciferolo inferiori a 800 UI sono inefficaci nella prevenzione delle fratture, l’evento che vogliamo evitare, ma attenzione anche ai dosaggi elevati somministrati in boli che possono determinare un fenomeno di inibizione paradossa della mineralizzazione. Questi aspetti rendono talvolta complicato il trattamento della carenza grave e gli esperti del GIOSEG ritengono che sia necessario considerare una diversificazione dei dosaggi a seconda che si debba trattare o prevenire una condizione di carenza.

Leave a Comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*
*