
Frullati, frappè e smoothies, sani ma…attenzione
Da Huffington Post 02/07/2015 11:57 CEST
Freschi, golosi e salutari, la nuova mania sono i succhi. Che siano frullati, frappè centrifughe o succhi pronti il “juicing” è un trend in crescita esponenziale. L’assunzione di bevande a base di frutta e verdura è scelta con l’obiettivo di disintossicare l’organismo, perdere peso o aumentare l’apporto di frutta e verdura nella dieta ma qualche insidia si annida in questa moda diffusa in tutto il mondo occidentale: l’83% degli inglesi ad esempio bevono un succo vegetale almeno una volta alla settimana. I sostenitori ne sottolineano le proprietà benefiche e la ricchezza in micronutrienti come vitamine, minerali, polifenoli e varie sostanze dalle proprietà antiossidanti. Le vendite di frullatori centrifughe ed estrattori sono alle stelle e per un buon prodotto si possono spendere anche cinquecento euro, con l’idea che siano soldi investiti in salute, ma è proprio vero?
Eccesso di zuccheri: i succhi preparati in casa o al juice bar sono preparati con frutta fresca e senza zuccheri aggiunti ma la frutta contiene comunque fruttosio che, nella forma spremuta, è più velocemente disponibile. Il rischio? Alzare repentinamente il livello di glicemia nel sangue e causare un picco di insulina. Il che determina un senso di fame poco dopo e può innescare una altalena metabolica oppure determinare un aumento di peso. Se mastichiamo una mela invece il fruttosio viene rilasciato lentamente nell’organismo. Una ricerca ha evidenziato come le persone che mangiano frutta intera avevano un minor rischio di sviluppare il diabete di tipo2 al contrario dei consumatori regolari di succhi. È difficile che per merenda una persona normale mangi 4 arance o 4 mele eppure questa è la quantità necessaria per un bicchiere medio di spremuta o centrifuga. Quattro arance contengono in media 22 grammi di zucchero, e se parliamo di mele arriviamo a 26 gr per un bicchiere da 250 ml. Rimedio: preparare succhi misti con poca frutta (1 mela, 1 arancia) e più verdure.
Addio fibre: i nutrizionisti sostengono che sia meglio mangiare l’alimento integro perché in questo modo di assumono anche le sue fibre, elementi fondamentali per l’efficienza del sistema digestivo e per il funzionamento della flora batterica intestinale, che per inciso, ha un ruolo fondamentale nell’efficienza del sistema immunitario. La fibra inoltre contribuisce al senso di sazietà e favorisce l’assorbimento di minerali importanti come il calcio. Anche frullare l’alimento intero non è una soluzione: le lame infatti rompono le fibre di cellulosa delle fibre. Rimedio: magiare quotidianamente le giuste porzioni di frutta e verdura, ricordando che 5 porzioni al giorno sono un fattore di protezione contro il cancro.
Prediligere succhi freschi: il juicing è un trend che è stato intercettato dalle aziende alimentari che, oltre ai tradizionali succhi di frutta (a cui è aggiunto zucchero in percentuale variabile), hanno creato bevande funzionali che vantano benefici specifici grazie all’aggiunta di ingredienti particolari. Uno ad esempio, addizionato con carotene è consigliato agli amanti dell’abbronzatura, altri vantano proprietà antiossidanti che la gente assimila all’azione anti invecchiamento. A parte il fatto che nessuna di queste bevande è studiata nei suoi effetti che rimangono, sino a prova contraria, solo un claim, meglio prediligere un succo fresco, preparato in casa magari con prodotti di agricoltura biologica. Da ricordare che i micronutrienti e le vitamine sono sensibilissime all’azione di aria e luce (ossidazione) e il loro contenuto si disperde per ogni ora trascorsa. Rimedio: non c’è motivo di spendere tre euro per una bottiglietta di succo che potremmo fare a casa con gli stessi ingredienti. Riserviamo l’acquisto a quando siamo fuori casa e non abbiamo l’alternativa di una spremuta fatta al momento. Il succo non va conservato, ma bevuto subito dopo la preparazione per non rischiare di perdere i suoi benefici nutrizionali.
Attenzione all’igiene: frutta e verdura vanno lavati accuratamente e consumati subito. I succhi fatti in casa sono ok ma sono a maggior rischio di contaminazione batterica, ad esempio se lasciati in una brocca o depositati in frigo, rispetto ai succhi industriali che sono sottoposti a pastorizzazione. Ma la contaminazione può avvenire anche quando le lame del frullatore non solo ben pulite. Rimedio: lavare le parti degli elettrodomestici a contatto con il cibo in lavastoviglie, lavare e disinfettare frutta e verdura con prodotti appositi e non conservare il succo in frigo ma consumarlo al momento.
Si bruciano meno calorie: pochi sanno che l’organismo usa energia e quindi consuma calorie per scomporre un cibo solido: la masticazione e la digestione attivano processi metabolici che permettono di consumare sino a 200 calorie al giorno in quello che viene chiamato effetto termico. Una dieta con molti succhi quindi risparmia questa energia che rimane nell’organismo. Rimedio: evitare le diete a base di succhi e le giornate di digiuno. Anche perché le diete liquide non hanno il potere di saziare a lungo come un pasto con cibi solidi.
Allerta carie: gli zuccheri contenuti naturalmente negli alimenti possono causare la carie allo stesso modo di quelli aggiunti, inoltre frutta e verdura possono rendere acido l’ambiente della bocca e facilitare così l’attacco dei batteri. Rimedio: lavarsi i denti circa 30 minuti dopo aver bevuto il succo per riportare alla normalità il ph della mucosa orale, eliminare il deposito di sostanze zuccherine sui denti e abbassare la carica batterica.
Non fanno masticare: si bevono, quindi non si masticano, perdendo una funzione molto importante in quanto aumenta la salivazione e stimola la secrezione di succhi gastrici utili alla digestione. Inoltre la masticazione lenta contribuisce a determinare il senso di sazietà. Rimedio: non cedere alla tentazione delle diete a base di succhi e limitarsi a consumarli come spuntino occasionale.