Tanti cervelli sono meglio di uno? 

L’attutudine a lavorare in team è considerato dalle aziende un tratto desiderabile eppure molto spesso i gruppi di lavoro producono meno o peggio di una persona sola. Ne ha parlato in un articolo anche la prestigiosa rivista Forbes in cui il professore Iese Carlos Rodriguez Lluesma ha compilato una lista dei principali fattori che portano una squadra a fallire.

 

Noi abbiamo effettuato un libero adattamento e integrato altri fattori che derivano dall’esperienza del nostro staff.

1. Mancanza di una leadership equilibrata. Il capo deve esercitare un corretto equilibrio tra dare il buon esempio e aiutare tutti a dare il proprio contributo sia in termini di idee che di operatività. Se il gruppo è scoordinato è il vertice che non ha dato istruzioni corrette. Nel mondo dell’equitazione si dice: “se un cavallo abbatte un ostacolo, nel 70% dei caso la colpa è del cavaliere e nel 30% del terreno!” Chiaro no?

2. BIAS cognitivi. Ci fidiamo, a torto, della nostra razionalità, ma il cervello ci inganna spesso. Si chiamano Bias (pregiudizi) cognitivi. Uno (tra i tanti) è il pensare di aver capito perfettamente o di aver capito gli altri. Si chiama “trasparency fallacy” e quindi, al minimo dubbio è meglio chiedere senza che ció venga interpretato come una limitazione.

3. Personalità in conflitto. Se non é possibile amalgamare i caratteri troppo discordanti è meglio ricostruire il gruppo di lavoro.

4. Presenza di un elemento troppo forte e brillante. Puó rischiare di inibire gli altri e farli sentire sminuiti. Un Team Leader deve essere capace di tirare fuori il meglio di ognuno gestendo le singole personalità.

5. Dare occasioni per apprendere e crescere. Ho partecipato a centinaia di brainstorming come Project Manager e ho sempre motivato in maniera dettagliata i motivi di un’idea o una proposta non adatta. Ci si mette più tempo ma è l’unico modo per far crescere le persone e soprattutto gratificarle.

6. A proposito di tempo: dare sempre un tempo determinato a riunioni perché non diventino inutili perdite di risorse. Un tempo definito permette alle persone di concentrare meglio l’attenzione e sfruttarne la durata fisiologica. Se entro la scadenza non si raggiunge un risultato rimanda di qualche giorno. Molte persone -compresa la sottoscritta- hanno bisogno di far sedimentare gli stimoli.

7. Accettare e valutare punti di vista anche distanti dai vostri. Siamo molto legati al nostro sistema di valori e refrattari alla diversità e al cambiamento. Prima di rigettare un’idea o un metodo prendetevi del tempo per analizzarlo senza pregiudizi.

8. Trattare tutti i membri del gruppo allo stesso modo quando lavorate in team senza far pesare ruoli o anzianità.

9. Lodi pubbliche e critiche private. Lodate pubblicamente il lavoro ben fatto, elargite menzioni speciali, festeggiate insieme. Ho lavorato anni in un contesto in cui il “capo” dava ogni cosa per scontata. Nel tempo la motivazione a dare il meglio è crollata.

10. Boicottare le innovazioni per mantenere lo status quo. Un clamoroso autogol. Bisogna avere il coraggio di rischiare. Quello che non è capace di superare le proprie resistenze non è un buon leader.

Se volete leggere l’articolo http://www.forbes.com/sites/iese/2015/06/02/ten-teamwork-killers-and-how-to-avoid-them/2/

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